Premessa

Prima di parlare della manutenzione del Mirage è meglio fare qualche breve premessa, incominciamo col dire che stiamo parlando di un fucile oleopneumatico che fu prodotto dalla Mares più di 30 anni fa, orientativamente intorno al 1972-73.
Il fucile fu progettato e testato da Rodolfo Betti, meglio conosciuto come Marò, che lo portò ai campionati assoluti di Villasimius del 1973 per farlo conoscere agli atleti e pubblicizzarlo.
Nonostante siano passati ben 35 anni dal momento della sua nascita, il mirage presenta soluzioni tecniche veramente degne di nota, anzi sicuramente innovative rispetto ai “moderni” oleopneumatici. Infatti, nonostante la sua età presenta soluzioni tecniche molto valide ancora oggi, anzi per qualche aspetto anche migliori.
La sua produzione si colloca in un periodo storico in piena evoluzione per la pesca subacquea italiana ed osservando il fucile salta subito all’occhio la sua singolare impugnatura che è veramente qualcosa di unico ed istintivo.
Infatti l' inclinazione del calcio favorisce un puntamento veloce dell 'arma e sembra un prolungamento del braccio, inoltre è dotato di una leva che si estrae dall 'impugnatura e ne agevola le operazioni di ricarica.

La caratteristica principale del Mirage è il suo sistema di carica che è a dir poco geniale, infatti grazie alla pompa a depressione presente sotto la volata è possibile travasare l’aria nel serbatoio principale e di conseguenza depressurizzare man mano la zona della canna principale, in questo modo lo sforzo di ricarica finale viene frazionato di molto, tanto che è possibile pescare con pressioni di precarica anche di 40 Bar, e caricare l’arma con poco sforzo.
Questo fucile è stato prodotto in due lunghezze 84 e 100, sembra che in giro ci siano 2 versioni ma sono quasi identiche tranne qualche piccola variante interna, e al colore del grilletto e della leva che facilita il caricamento.
Pensate all’epoca della suo debutto, sicuramente fece parlare molto di sé. Peccato che non sia possibile condurre nessun tipo di ricerca storica e capire effettivamente quale genere d’impatto ebbe sul pubblico alla sua epoca.
Analisi dei componenti costruttivi
Da un punto di vista squisitamente tecnico posso affermare senza ombra di dubbio che è sicuramente uno dei migliori fucili che abbia mai riparato, infatti è realizzato con materiali di primissimo ordine e oltre tutto veramente in maniera maniacale.
Incominciamo a conoscere il Mirage analizzandolo parte per parte.
Sistema di depressione della canna
Come già detto in premessa, il fucile è dotato di un sistema di frazionamento dello sforzo, che depressurizza la canna portandola da 40 bar a pochissimi bar, in modo da caricare il fucile con uno sforzo veramente esiguo.
Questo sistema di depressurizzazione della canna è costituito da un tubo o pompa che "travasa" l'aria dalla canna, al serbatoio principale (precedentemente isolato), il diametro interno della pompa è di 9,5 mm quindi più piccola della canna superiore da 13 mm, infatti la forza iniziale per depressurizzare la canna è certamente inferiore allo sforzo che faremmo nel caso tentassimo di caricare la canna senza effettuare nessun frazionamento.
Infatti, la pressione che dobbiamo vincere per caricare il nostro fucile è la forza che grava sulla superficie del pistone:
Pressione = Forza / Superficie
quindi possiamo determinare la forza da applicare al pistone invertendo la formula:
Forza = Pressione x Superficie
poniamo l’ipotesi che si voglia caricare un comune fucile oleopneumatico con canna da 13 mm a 40 bar dovremmo fare uno sforzo teorico pari a :
Area Superficiale del pistone 1,3 cm = r2 x 3,14 = 0,652 x 3,14= 0,4225 x 3,14= 1,32665cm2
Quindi Area superficiale del pistone = 1,32665cm2
Conosciamo sia l’area che la pressione quindi ora trasformiamo la pressione in kg per avere un riscontro più diretto:
1 Bar/cm2 = 1,019716 kg/cm2
1,019716 x 40 bar = 40,78864 kg/cm2
Quindi la Forza è = P x S = 40,78864 kg/cm2 x 1,32665cm= 54,11 kg/cm2
Attenzione perché c’è un problema. La forza che abbiamo calcolato non basta a caricare il fucile perché man mano che il pistone scende lungo la canna comprime ulteriormente l’aria arrivando, quindi a pressioni di poco superiori, quindi bisognerà applicare senza dubbio una forza maggiore di 54,11 kg/cm ma stiamo parlando sempre di ben 40 BAR
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Ora vediamo invece cosa accade usando la pompa, che ha un diametro interno di 9,5 mm
Area superficiale del pistone 0,95 cm = r2 x 3,14 = 0,4752 x 3,14= 0,225625 x 3,14= 0,7084625 cm2
Quindi Area superficiale del pistone = 0,7084625cm2
Sappiamo già che:
1,019716 x 40 bar = 40,78864 kg/cm2
Quindi la Forza per la canna da 9,5 è = P x S = 40,78864 kg/cm2 x 0,7084625 = 28,90 kg/cm2
Sicuramente 54,11 kg/cm2 sono molti più di 28,90 kg/cm2 anche se, sia la canna che la pompa sono alla medesima pressione.
Quindi abbiamo spiegato una parte del funzionamento del Mirage.
Uso della pompa a depressione
Ora vediamo meglio cosa accade quando si danno le famose 5 pompate.
Prima di tutto occorre mettere il variatore di potenza in posizione 1,

dopo agendo sulla pompa a depressione si comprime l’aria all’interno del fucile, che in questo modo viene trasferita nella zona del serbatoio, conseguentemente la zona della canna principale viene depressurizzata.
Il serbatoio è completamente isolato dalla canna, in questo modo ogni volta che si utilizza la pompa a depressione, si sposta l’aria nel serbatoio con una conseguente depressurizzazione della canna.

Tutto questo è permesso grazie all’uso di 2 valvole che consentono il passaggio dell'aria in un solo verso,

La prima valvola, o per meglio dire il tubo-valvola, è la vera chicca del mirage. Infatti proprio questa valvola permette il frazionamento dello sforzo. Una volta capito il funzionamento di questa valvola si riesce a comprendere gran parte del funzionamento del fucile.
Questa valvola non è altro che una guarnizione a tubo che, alloggiata nella estremità della pompa a depressione, consente il passaggio d’aria solamente in un verso, funziona esattamente come una valvola di non ritorno, infatti pompando aria dentro la pompa, la guarnizione a tubo si dilata leggermente (potremmo dire quasi che sfiata) e permette il passaggio dell’aria dai piccoli forellini che si vedono nella foto 2, ma allo stesso tempo la guarnizione impedisce all'aria di ripercorrere la direzione inversa.

La seconda valvola ha la funzione di riequilibrare la pressione all’interno della pompa a depressione facendo passare l’aria che è ancora nella zona della canna, questa non è altro che una comune valvola a sfera che permette di far passare l'aria dalla zona della canna alla pompa a depressione.
Pompando ripetutamente l’aria all’interno della canna a depressione, praticamente svuotiamo l’aria contenuta nella canna principale e nella zona dell'impugnatura, in questo modo la zona viene depressurizzata e quindi è possibile caricare il fucile con poco sforzo.
Ovviamente una volta caricato il fucile bisogna posizionare il riduttore in posizione 2 o 3 in modo da aprire il serbatoio e permettere all’aria di circolare liberamente avendo nuovamente i famosi 40 Bar nella canna da 13mm.
Manutenzione del Mirage
Tengo a precisare che la manutenzione del Mirage presenta un certo grado di difficoltà che generalmente l'utente medio non sempre possiede, quindi la manutenzione è solamente a scopo illustrativo e la sconsiglio se non si è abbastanza pratici.
E’ ora di passare alla fase di manutenzione del fucile, quindi procediamo esaminando visivamente i componenti esterni del fucile per accertarci che non ci siano danni visibili.
Passiamo alla depressurizzazione del fucile, dobbiamo smontare il tappo ma in questo caso il fucile ne era sprovvisto, mettiamo il variatore sulla massima posizione e premiamo la sfera della valvola con un chiodo o qualcosa di simile, è raccomandato coprire il chiodino con uno straccio in questo modo eviteremo di nebulizzare aria e l'olio presente all'interno del fucile.

In questo caso il fucile era già scarico,quindi possiamo procedere con le operazioni di smontaggio, prima di procedere allo smontaggio vero e proprio facciamo tre semplici cose per ridurre il rischio di rotture.
Inseriamo l'asta e facciamo scorrere il pistone fino a farlo agganciare, con un po di pazienza estraiamo l'asta......

ora assicuriamo il pomolo del variatore sulla posizione massima, in questo modo ridurremo la possibilità di piegare l'astina del variatore durante lo smontaggio...

...ora dobbiamo smontare il grilletto ed estrarre il perno di connessione, quindi muniti di martello e di un bulino o un scaccia spine sfiliamo la spinetta del grilletto...


... quindi con una pinza tiriamo fuori la sicura.

Ora possiamo tirare via il perno di connessione del grilletto aiutandoci con una pinza a beccucci sottili...

...dopo aver estratto il perno del grilletto dobbiamo far attenzione alle fuoriuscite d'olio, procediamo smontando il grano di tenuta con un cacciavite a taglio e controlliamo la sua guarnizione...

...osservando attentamente la guarnizione estratta si nota chiaramente che è leggermente deformata, quindi è da sostituire.
Ora passiamo allo smontaggio della testata e della valvola posteriore, per evitare di far ruotare accidentalmente la canna durante lo smontaggio è necessario bloccare la testata con una chiave inglese da 22, contemporaneamente ora proviamo a svitare la valvola, molliamo la valvola di poco usando l' attrezzo dedicato, stessa cosa per la testata, procediamo in questo modo fino a smontare del tutto la testata, ma evitiamo di rimuovere del tutto la valvola posteriore..


... esaminiamo la boccola d' ammortizzo della testata, quindi con una chiave da 19mm smontiamo la ghiera e ne controlliamo il suo stato....


.....ora possiamo tirare via l'ogiva, e facciamo attenzione all'olio che sicuramente uscirà dal serbatoio...

...in questa fase è importante ricordarsi di non ruotare o forzare il serbatoio durante le fasi di smontaggio e rimontaggio, infatti ruotando il serbatoio si possono provocare danni all'astina del gruppo riduttore e ai suoi O.R.

Questa è la fase in cui bisogna stare attenti all’olio che esce abbondante.


.... dopo aver raccolto l'olio tiriamo via il serbatoio, evitiamo di ruotarlo il meno possibile...


.... in questa foto si nota bene la canna e la pompa a depressione ( la canna piccola), visto così sembra una lupara :risata:


Ora tiriamo via la canna della pompa a depressione e sfiliamo l'oring tubo/valvola per controllarne lo stato, ovviamente controlliamo anche la canna e verifichiamo se sono presenti graffi..

Nel caso la guarnizione risultasse logorata si può sostituire con un pezzo di tubo in silicone morbido da 14 mm (diametro interno)

Nella foto di sopra si vedono i fori che caratterizzano la pompa a depressione, le frecce indicano i forellini da cui viene pompata l'aria all'interno della canna, questi forellini vengono tappati dal tubo valvola che consentono l' attraversamento dell'aria in un solo senso, cioè dalla pompa a depressione verso il serbatoio.
Sfiliamo il pistone della pompa a depressione e controlliamo in quale stato sono le guarnizioni ......

Ora svitiamo del tutto la valvola posteriore (con innesto a baionetta) e sfiliamo la canna completa di blocchetto riduttore...




....togliamo il dente d'aggancio sfilando la sua spina...


....con l' aiuto dell'asta spingiamo il pistone nella canna fino a farlo uscire e controlliamo sia lo stato del pistone che della canna...

.....dopo aver smontato la canna ho notato che la guarnizione di tenuta dell'ogiva è da sostituire...


... dopo tantissime ricerche non sono riuscito a trovare la guarnizione originale, ma non mi sono dato per vinto ed ho provato a sostituirla con una comune guarnizione tonda da 14 mm...

......ora possiamo sfilare il gruppo riduttore, come si vede nella figura la valvola di non ritorno si trova all'interno del gruppo riduttore..


In questa foto si vede l'interno dell'impugnatura, questa è la sezione che viene depressurizzata dalla pompa a depressione che comunica grazie al foro presente nell'impugnatura di colore bianco.

...ora non ci resta che controllare gli or del riduttore, quindi con una chiave inglese smontiamo la boccoletta in bronzo e tiriamo via l'astina del variatore...


... controllati tutti gli or, abbiamo concluso le operazioni di verifica possiamo passare alla fase di rimontaggio.

Rimontaggio
Iniziamo dal riduttore, infiliamo il pomolo nella sua sede e procediamo inserendo l'astina con tutto il gruppo di tenuta guarnizioni nell'alloggio dell'impugnatura, ora avvitiamo l'astina .
Ricordo che tutte le parti da rimontare dovranno essere pulite, oleate o ingrassate qualsiasi esse siano.

Rimontiamo il dente di arresto nella sede della canna......

....controlliamo la guarnizione di tenuta del gruppo riduttore e inseriamo il blocchetto del gruppo riduttore, in questa fase bisogna avere un pò di pazienza, in quanto la guarnizione della valvola di non ritorno deve combaciare perfettamente con la sua sede che si trova sulla faccia dell'impugnatura....


... ecco l'accoppiamento tra il blocchetto riduttore e l'impugnatura....

... ora conviene avvitare leggermente la valvola posteriore, che ho deciso di sostituire con una più pratica e moderna con attacco a vite.....

.... dopo inseriamo la canna della pompa a depressione nella sede del blocchetto variatore completa del tubo valvola..


...ora conviene nastrare l'astina del variatore sulla posizione di massima potenza in modo da evitare danni durante le prossime fasi, fatto questo possiamo inserire il serbatoio...

.... ora dobbiamo inserire l'ogiva facendo molta attenzione a non forzare molto, infatti centrare le guarnizioni delle due canne è un operazione che bisogna fare delicatamente e con pazienza, solo quando saremo sicuri che entrambe le guarnizioni sono all'interno delle loro sedi presenti nell'ogiva, possiamo forzare quanto basta per alloggiare correttamente l'ogiva e farla combaciare al serbatoio.
Prima di chiudere il fucile è bene inserire l'olio, io ne ho messo 70 cc, sembra molto, ma il fucile presenta delle zone cave all'interno dell'impugnatura e ogiva dove c'è un accumulo superiore alla media, senza dimenticare ché in questo fucile ci sono più pezzi rispetto ad un comune oleopneumatico.


....Ora la questione diventa un pò complicata, infatti il Mirage non ha nessuna guida interna che evita di far girare la canna durante le operazioni di montaggio e smontaggio, quindi le prossime operazioni devono essere svolte con una certa cura.
Incominciamo ad avvitare la testata con le mani, e facciamo la stessa cosa con la valvola posteriore.


..... ora dobbiamo finire di stringere moderatamente la valvola posteriore, ma prima è meglio sganciare il pistone che è rimasto agganciato al dente d'arresto.
Per sganciare il pistone basta inserire l'asta e agganciarla come se dovessimo caricare l'arma, con un cacciavite molto sottile dobbiamo premere il dente di arresto che si scorge sotto al buco della sede grano grilletto e tiriamo l'asta....

Ora dobbiamo stringere la testata, nel rimontare il fucile è molto facile far ruotare la canna, quindi man mano che stringiamo dobbiamo controllare sempre che la canna non sia ruotata, per controllare basta provare ad azionare il dente di arresto con un cacciavite sottile come abbiamo fatto in precedenza...


...ora che abbiamo stretto testata e valvola la parte più difficile è ormai superata.
Ora possiamo inserire la guarnizione del grilletto nella sua sede, avvitare il grano di tenuta e inserire il perno di connessione del grilletto..


.... inseriamo la sicura e il grilletto.

Il fucile è pronto, ed è il momento di provare se è andato tutto bene, quindi "armato" del mio compressore porto il Mirage alla pressione massima di esercizio di 40 BAR...


Dopo aver portato il fucile alla pressione desiderata ho notato una perdita alla guarnizione del perno di connessione del grilletto, ma è stata nuovamente sostituita ed il problema è stato risolto, quindi ora il fucile è perfettamente funzionante.
Ecco ora il fucile è pronto per essere portato in acqua e provato. E’ un momento emozionante perché dopo 35 anni dalla sua produzione ed in presenza di grandi progressi ed evoluzioni tecniche confrontiamo implicitamente questo fucile con quelli che lo hanno seguito, ma forse non sono stati in grado di riproporre le sue innovazioni ed i suoi principi di funzionamento.
Facciamo un passo indietro. Quando il fucile fu progettato da Rodolfo Betti ed introdotto sul mercato dalla Mares, era il momento di maggior successo di Massimo Scarpati che di lì a breve firmò una linea di prodotti finalizzati alla pesca sub agonistica. Rodolfo Betti, detto Marò, era più noto a livello locale per le sue imprese belliche di quanto non lo fosse Scarpati per i suoi successi sportivi ed inoltre il Mirage aveva un prezzo elevato. Rimase quindi un prodotto di nicchia e non se ne parlò abbastanza da decretarne il successo.
Paradossalmente, ai nostri giorni si torna a parlare di questo fucile per una serie di motivi imponderabili. La rete amplifica tutto, quindi basta che qualcuno faccia il tentativo di modificarlo con un Kit recente per facilitarne il caricamento sottovuoto, alcuni utenti (forse uno soltanto), rimangono colpiti e lo cercano ed ecco che diventa un oggetto di culto.
La domanda che si pone ora è: fu vera gloria? Oggi abbiamo i termini di paragone per verificarlo oggettivamente e per valutare se le innovazioni insite in questo fucile sono attuali o superate. Quali sono i suoi reali pregi e difetti? Le prove non si fanno in un giorno, ma richiedono tempi più lunghi, pertanto solo alla fine di questa nuova stagione di pesca si potrà dare una risposta attenta e meditata.
Ringrazio gli amici che mi hanno dato una mano ed hanno collaborato per la riuscita di questa guida. Innanzi tutto, l'amico Giulio Izzo, alias Gizzo, che ha messo a disposizione il fucile ed ha collaborato alla stesura della guida stessa

Senza di lui non sabbe stato possibile realizzarla.
Ringrazio anche Danilo per la collaborazione tecnica


PS: a seguire il manuale con l'esploso del Mirage.




