La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
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- Gizzo
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La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Cari amici sono felice di condividere con voi questo raro documento estratto da un rapporto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste , Ispettorato dei Servizi Tecnici della Pesca.
" La Pesca nei Mari e nelle Acque Interne d'Italia" ------------- Anno 1931
Il documento è un pò "invecchiato", ma di grande interesse perchè è un rapporto scritto dalle persone più competenti dell'epoca, su questi argomenti, e contiene informazioni ed immagini che un semplice articolo giornalistico non avrebbe potuto acquisire facilmente.
Ho trovato questo rapporto in tre volumi, malridotto per terra in un mercatino di roba vecchia ed ha rischiato di sparire per sempre. Mi chiedo se ne esiste una copia in buone condizioni al Poligrafico dello Stato che lo ha stampato.
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Buona lettura!
" La Pesca nei Mari e nelle Acque Interne d'Italia" ------------- Anno 1931
Il documento è un pò "invecchiato", ma di grande interesse perchè è un rapporto scritto dalle persone più competenti dell'epoca, su questi argomenti, e contiene informazioni ed immagini che un semplice articolo giornalistico non avrebbe potuto acquisire facilmente.
Ho trovato questo rapporto in tre volumi, malridotto per terra in un mercatino di roba vecchia ed ha rischiato di sparire per sempre. Mi chiedo se ne esiste una copia in buone condizioni al Poligrafico dello Stato che lo ha stampato.
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
bellissimo articolo




- scampanale
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Troppo belli questi articoli di altri tempi. Se puo' interessare, sull' applicazione google play books per android ce ne sono diversi free. Al momento sto leggendo "le stagioni pescatorie" di giuseppe barbieri del MDCCXXIII
Tutto capita a tutti, prima o poi, se c'è abbastanza tempo.
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- Riccardo Paladino
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
molto interessante, un tuffo nelle atmosfere e nel mare di altri tempi
che poi è sempre il nostro stesso mare
il resto del llibro di che tratta? è disponibile?
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il resto del llibro di che tratta? è disponibile?
- Gizzo
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Il resto del libro è un rapporto sulla pesca in acque marine e in acque interne. Comprende anche la molluschicoltura nei mari interni come il Mar Piccolo di Taranto e le Valli di Comacchio. E' disponibile a casa mia, non so se esistono altre copie.Riccardo Paladino ha scritto:molto interessante, un tuffo nelle atmosfere e nel mare di altri tempi
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
So che siete pigri e non vi va di leggere più di qualche riga, ma i Siciliani ... se vanno a leggere scopriranno cosa era il banco di Sciacca, dove c'era tanto corallo morto che il suo sfruttamento causò un abbassamento del fondale di 20 metri.
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Solo adesso trovo il tempo per cominciare la lettura di questo antico documento postato da Giulio, che ringrazio per l'opera di ricerca e per la generosità che dimostra nel condividerne con noi i frutti .
Tornando al documento in questione, ho volutamente saltato la prima parte dedicata alle spugne per andare a quella, a me cara, riguardante la pesca del corallo .
Sono stato corallaro per vari anni e l'immersione profonda, che ho praticato sempre e soltanto ad aria, mi ha permesso di accumulare un bagaglio di esperienze che porterò con me per sempre, soprattutto adesso che il tempo delle sfide é finito e che i miei due bimbi e mia moglie mi ricordano, ogni giorno con la loro sola presenza, che é il periodo degli azzardi é finito da un pezzo .
Parlo di azzardi perché mi rendo conto di aver osato tante volte con la temeraria sicurezza di chi assapora l'avventura condividendone i rischi . Bei tempi e quanti ricordi ...
Oggi mi resta la pesca in apnea, che mi permette comunque di appagare la mia passione anche se in modo differente .
Chi ha praticato la pesca del corallo, come io l'ho praticata, sa che ciò che spinge un uomo ad immergersi nel blu quasi nero degli alti fondali non é la mera ricerca del guadagno, bensì l'amore per il rischio e per l'avventura .
Si può essere ottimi subacquei, ma ciò non certifica di conseguenza l'abilità ad essere corallari, così come essere provetti automobilisti non vorrà dire di esser capaci di guidare una formula uno .
Le mie quote operative mi permettevano di stare sul fondo pochi minuti, non più di dieci o quindici, con la conseguenza di dovermi sciroppare lunghe decompressioni . Il discorso si semplificava quando avevo la fortuna di trovare corallo su basso fondale (sui sessanta) ed allora la mia pesca sul fondo durava anche 30 minuti .
L'attività di corallaro, contrariamente a quanto possa sembrare, non é l'azione individualistica di un solo uomo, poichè dietro di lui, anzi per meglio dire sopra di lui, sulla superficie del mare, c'é una équipe composta da persone in gamba che permettono all'uomo nell'abisso di uscire vivo dopo ogni picchiata 80 metri più sotto .
Non c'é la boa segnasub a testimoniare la posizione del corallaro ma solo le sue bolle che spesso spariscono, polverizzate in una nube di bollicine invisibili, quando egli lavora sulla pettata e si infila sotto qualche sperone di roccia per raccogliere i cespi più difficili . Il marinaio é l'angelo custode del corallaro, se sbaglia quello che paga é l'uomo che sta sotto .
.... continua
Tornando al documento in questione, ho volutamente saltato la prima parte dedicata alle spugne per andare a quella, a me cara, riguardante la pesca del corallo .
Sono stato corallaro per vari anni e l'immersione profonda, che ho praticato sempre e soltanto ad aria, mi ha permesso di accumulare un bagaglio di esperienze che porterò con me per sempre, soprattutto adesso che il tempo delle sfide é finito e che i miei due bimbi e mia moglie mi ricordano, ogni giorno con la loro sola presenza, che é il periodo degli azzardi é finito da un pezzo .
Parlo di azzardi perché mi rendo conto di aver osato tante volte con la temeraria sicurezza di chi assapora l'avventura condividendone i rischi . Bei tempi e quanti ricordi ...
Oggi mi resta la pesca in apnea, che mi permette comunque di appagare la mia passione anche se in modo differente .
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Si può essere ottimi subacquei, ma ciò non certifica di conseguenza l'abilità ad essere corallari, così come essere provetti automobilisti non vorrà dire di esser capaci di guidare una formula uno .
Le mie quote operative mi permettevano di stare sul fondo pochi minuti, non più di dieci o quindici, con la conseguenza di dovermi sciroppare lunghe decompressioni . Il discorso si semplificava quando avevo la fortuna di trovare corallo su basso fondale (sui sessanta) ed allora la mia pesca sul fondo durava anche 30 minuti .
L'attività di corallaro, contrariamente a quanto possa sembrare, non é l'azione individualistica di un solo uomo, poichè dietro di lui, anzi per meglio dire sopra di lui, sulla superficie del mare, c'é una équipe composta da persone in gamba che permettono all'uomo nell'abisso di uscire vivo dopo ogni picchiata 80 metri più sotto .
Non c'é la boa segnasub a testimoniare la posizione del corallaro ma solo le sue bolle che spesso spariscono, polverizzate in una nube di bollicine invisibili, quando egli lavora sulla pettata e si infila sotto qualche sperone di roccia per raccogliere i cespi più difficili . Il marinaio é l'angelo custode del corallaro, se sbaglia quello che paga é l'uomo che sta sotto .
.... continua
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
grazie a Gizzo per il preziosissimo documento!!
ma un saluto particolare va anche a corollaro per le sue esperienze dirette
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La scienza ha il compito di dare risposte nuove a domande vecchie.
Tutto quello che ha un inizio ha una fine.

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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Mi piace leggere le emozioni di Corallaro e sono d'accordo con lui che il lavoro di corallaro è una dura sfida tra l'uomo ed il mare. Ammiro Massimo Scarpati che a quasi 70 anni lo fa ancora e so che l'equipaggio è tutto infatti divide al 50% con il palombaro. Nel documento, invece mi hanno colpito molte cose tra cui il giudizio che il subacqueo fa più danno dell'ingegno di sole reti...... ed a pensarci è giusto. Inoltre mi ha colpito molto la descrizione del banco di Sciacca. Ma cavolo qualche amico siciliano non mi dice niente di questa storia? Urgiuni è proprio di Sciacca, perchè non va a chiedere ai vecchi pescatori? Anche quello delle spugne è un documento bellissimo ed ho scoperto cose che non sapevo.Vito Fasano ha scritto:grazie a Gizzo per il preziosissimo documento!!
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Sai Giulio, la pesca del corallo come si fa adesso é anni luce distante da come l'ho praticata io sino a 12 anni fa .
Adesso il tutto si risolve con un'ispezione accurata e computerizzata del fondale, cui segue la messa in acqua del maialino, o robot come lo si voglia chiamare, che esegue un'ispezione del fondale, rapportandola in diretta tramite una telecamerina ad alta definizione ed a colori .
Il moderno corallaro attende in superficie guardando il monitor e con calma pianifica la discesa a colpo sicuro, dopodichè si immerge respirando miscele ad elio che rendono una discesa nell'abisso estremamente più semplice di come lo fosse una volta .
Il tutto viene compiuto in un contorno che di avventuroso conserva ben poco e che abbatte i rischi del 90% .
Meglio così, si potrebbe obiettare e probabilmente, se si ragiona con il raziocinio dei proventi finanziari correlati alla sicurezza dell'immersione, ciò potrebbe essere giusto .
Io rinnego tutto questo perché questo concetto spoglia l'antica figura del corallaro dalla sua aurea romantica ed un po' folle che lo contraddistingueva . Penso a Gianni Roghi, a Fausto Zoboli, ad Antonio Murru ed Antonio Bulciolu, cavie di se' stessi e pionieri della ricerca nell'abisso .
Penso alle mie immersioni a vuoto su pareti profonde, avendo come unico aiuto un ecoscandaglio e qualche dritta di qualche vecchio ed affidabile pescatore .
Penso alla gioia provata ad ogni scoperta di nuovi banchi, penso alle cene serali col mio equipaggio a scherzare ed a pianificare le immersioni dei giorni seguenti .
Penso a tutto meno che al denaro guadagnato .
Chi non ha provato queste emozioni non può entrare in sintonia con questo modo di intendere .
Può sembrare assurdo che qualcuno possa rischiare la vita scendendo nell'abisso a cercare dei rami rossi . Meglio restare ancorati sulla propria poltrona al calduccio di un ufficio in attesa della partita di calcetto del venerdi sera .
Io ho sempre ripudiato tutto questo e ne vado orgoglioso .
Quando poi mi si obietta che il subacqueo corallaro possa danneggiare l'ambiente più del lavoro svolto dall'ingegno delle coralline, allora mi convinco ancora di più che la conoscenza che gli stessi subacquei hanno sull'argomento pesca del corallo é ridotto ai minimi termini .
Come si fa a dire una simile stupidaggine ???????? Resto allibito ...
Paragonare il prelievo selettivo svolto dal corallaro con la strage ed il danneggiamento di un attrezzo pesante vari quintali trascinato sul fondale da un peschereccio, vuol dire veramente non capire nulla, nulla dell'argomento .
E' come se per raccogliere margherite si trascinasse un aratro in un campo fiorito per poi dire che chi raccoglie fiori a mani nude fa più danno .
Vi sembra logica la questione ?
Nella mia attività di ex corallaro ho la consapevolezza e convinzione di aver sempre prelevato in maniera selettiva. Sceglievo i rami più belli lasciando intatti i cespi piccolini . Il corallaro non "rastrella" il banco di corallo su cui lavora, bensì prende ciò che vale la pena prendere, così come il cacciatore subacqueo non spara alla spigola di un etto perchè non ha interesse a farlo .
Adesso il tutto si risolve con un'ispezione accurata e computerizzata del fondale, cui segue la messa in acqua del maialino, o robot come lo si voglia chiamare, che esegue un'ispezione del fondale, rapportandola in diretta tramite una telecamerina ad alta definizione ed a colori .
Il moderno corallaro attende in superficie guardando il monitor e con calma pianifica la discesa a colpo sicuro, dopodichè si immerge respirando miscele ad elio che rendono una discesa nell'abisso estremamente più semplice di come lo fosse una volta .
Il tutto viene compiuto in un contorno che di avventuroso conserva ben poco e che abbatte i rischi del 90% .
Meglio così, si potrebbe obiettare e probabilmente, se si ragiona con il raziocinio dei proventi finanziari correlati alla sicurezza dell'immersione, ciò potrebbe essere giusto .
Io rinnego tutto questo perché questo concetto spoglia l'antica figura del corallaro dalla sua aurea romantica ed un po' folle che lo contraddistingueva . Penso a Gianni Roghi, a Fausto Zoboli, ad Antonio Murru ed Antonio Bulciolu, cavie di se' stessi e pionieri della ricerca nell'abisso .
Penso alle mie immersioni a vuoto su pareti profonde, avendo come unico aiuto un ecoscandaglio e qualche dritta di qualche vecchio ed affidabile pescatore .
Penso alla gioia provata ad ogni scoperta di nuovi banchi, penso alle cene serali col mio equipaggio a scherzare ed a pianificare le immersioni dei giorni seguenti .
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Può sembrare assurdo che qualcuno possa rischiare la vita scendendo nell'abisso a cercare dei rami rossi . Meglio restare ancorati sulla propria poltrona al calduccio di un ufficio in attesa della partita di calcetto del venerdi sera .
Io ho sempre ripudiato tutto questo e ne vado orgoglioso .
Quando poi mi si obietta che il subacqueo corallaro possa danneggiare l'ambiente più del lavoro svolto dall'ingegno delle coralline, allora mi convinco ancora di più che la conoscenza che gli stessi subacquei hanno sull'argomento pesca del corallo é ridotto ai minimi termini .
Come si fa a dire una simile stupidaggine ???????? Resto allibito ...
Paragonare il prelievo selettivo svolto dal corallaro con la strage ed il danneggiamento di un attrezzo pesante vari quintali trascinato sul fondale da un peschereccio, vuol dire veramente non capire nulla, nulla dell'argomento .
E' come se per raccogliere margherite si trascinasse un aratro in un campo fiorito per poi dire che chi raccoglie fiori a mani nude fa più danno .
Vi sembra logica la questione ?
Nella mia attività di ex corallaro ho la consapevolezza e convinzione di aver sempre prelevato in maniera selettiva. Sceglievo i rami più belli lasciando intatti i cespi piccolini . Il corallaro non "rastrella" il banco di corallo su cui lavora, bensì prende ciò che vale la pena prendere, così come il cacciatore subacqueo non spara alla spigola di un etto perchè non ha interesse a farlo .
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Lamberto non me ne volere se ho citato delle frasi del libro. Sono d'accordo sulla pesca selettiva, ma quello che viene detto è che il sub stacca tutto il cespo, mentre l'ingegno spezza i rami più fragili lasciando la "radice" e la parte più robusta che continua a crescere. Per quanto riguarda il resto sono d'accordo con te che oggi è tecnologia spinta al massimo mentre prima era solo l'uomo ed il mare.
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Giulio, fatto salvo la stima che ho in te, ribadisco che stai dicendo cose totalmente fuori dal vero .Gizzo ha scritto: il sub stacca tutto il cespo, mentre l'ingegno spezza i rami più fragili lasciando la "radice" e la parte più robusta che continua a crescere.
L'ingegno non sorvola il banco di corallo spezzettando i rami, bensì ARA IL FONDALE e distrugge tutto, basti pensare che negli spezzoni di rete attaccati all'attrezzo si trova di tutto : scogli interi, spugne, aragoste maciullate, ecc, ecc .
Lasciatelo dire da uno che é sceso su zone dove l'ingegno era passato due giorni prima . . .
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Va bene ti credo. Allora nel rapporto del 1931, si parlava probabilmente di un attrezzo diverso.Corallaro ha scritto:Giulio, fatto salvo la stima che ho in te, ribadisco che stai dicendo cose totalmente fuori dal vero .Gizzo ha scritto: il sub stacca tutto il cespo, mentre l'ingegno spezza i rami più fragili lasciando la "radice" e la parte più robusta che continua a crescere.
L'ingegno non sorvola il banco di corallo spezzettando i rami, bensì ARA IL FONDALE e distrugge tutto, basti pensare che negli spezzoni di rete attaccati all'attrezzo si trova di tutto : scogli interi, spugne, aragoste maciullate, ecc, ecc .
Lasciatelo dire da uno che é sceso su zone dove l'ingegno era passato due giorni prima . . .
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Nel 31 nessun occhio umano poteva testimoniare lo scempio delle coralline perpetrato sui fondaliGizzo ha scritto:Va bene ti credo. Allora nel rapporto del 1931, si parlava probabilmente di un attrezzo diverso.Corallaro ha scritto:Giulio, fatto salvo la stima che ho in te, ribadisco che stai dicendo cose totalmente fuori dal vero .Gizzo ha scritto: il sub stacca tutto il cespo, mentre l'ingegno spezza i rami più fragili lasciando la "radice" e la parte più robusta che continua a crescere.
L'ingegno non sorvola il banco di corallo spezzettando i rami, bensì ARA IL FONDALE e distrugge tutto, basti pensare che negli spezzoni di rete attaccati all'attrezzo si trova di tutto : scogli interi, spugne, aragoste maciullate, ecc, ecc .
Lasciatelo dire da uno che é sceso su zone dove l'ingegno era passato due giorni prima . . .
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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Oppure, nel rapporto del 1931 non si diceva la verità....Gizzo ha scritto:
Va bene ti credo. Allora nel rapporto del 1931, si parlava probabilmente di un attrezzo diverso.
http://digilander.libero.it/pesca_sub

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TI PORTA AL SUO LIVELLO E TI BATTE CON L'ESPERIENZA !!!


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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
il solito complottista 

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Re: La pesca delle Spugne e del Corallo nel 1931
Bell'articolo.
Ho conosciuto vecchi corallari e ascoltato storie di avventure raccapriccianti.
Incontri di squali in fase di decompressione, embolie e mareggiate improvvise che mettevano a repentaglio la vita dei sub.
Coma dice Corallaro, una volta era tutto diverso, oggi con ecoscandagli paurosi.
Prelevo eco compatibile non saprei, la raccolta del corallo è una vera "malattia".
Però sempre meno dannosa delle reti uncinate.
Sono chiamate così, perchè sono delle reti attaccate ad una struttura tipo forma d'ombrello capovolto, che facendole salire e scendere sulle pareti, strappano di tutto.
Queste si che fanno danno.

Ho conosciuto vecchi corallari e ascoltato storie di avventure raccapriccianti.
Incontri di squali in fase di decompressione, embolie e mareggiate improvvise che mettevano a repentaglio la vita dei sub.
Coma dice Corallaro, una volta era tutto diverso, oggi con ecoscandagli paurosi.
Prelevo eco compatibile non saprei, la raccolta del corallo è una vera "malattia".
Però sempre meno dannosa delle reti uncinate.
Sono chiamate così, perchè sono delle reti attaccate ad una struttura tipo forma d'ombrello capovolto, che facendole salire e scendere sulle pareti, strappano di tutto.
Queste si che fanno danno.

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